Il 15 gennaio 1929, nell’ufficio di Attilio Bonino in Cuneo, viene ufficialmente costituita la Società per gli Studi Storici, Archeologici ed Artistici per la Provincia di Cuneo ad opera di undici soci promotori presenti e sette aderenti. Sono per lo più nobili, industriali, esponenti del fascismo, intellettuali.
Il primo Consiglio direttivo provvisorio è composto dal Presidente sen. Luigi Burgo, dal Vice Presidente e direttore delle pubblicazioni dr. Attilio Bonino, dal Segretario e Tesoriere avv. Italo Mario Sacco e dai consiglieri cav. Camillo Fresia, prof. Lino Fulcheri, prof. Euclide Milano, prof. avv. Silvio Pivano, mons. Alfonso Maria Riberi.
Il 14 aprile ha luogo la prima assemblea, in sessione scientifica, nel salone del palazzo municipale, dove vengono lette le comunicazioni pubblicate sul primo numero del bollettino della società, allora « Comunicazioni della Società per gli Studi Storici Archeologici ed Artistici per la Provincia di Cuneo ». Uscito con la data del 1° luglio 1929, oltre all’introduzione del Presidente Luigi Burgo, autore anche di un saggio su Antonio Bartolomeo Bruni, contiene interventi di Euclide Milano, Sui margini dell’archeologia della storia e dell’arte (il folk-lore); Carlo Fedele Savio, Nel paese dei Bagienni – Usi e costumi; Italo Mario Sacco, Il Naviglio del Duca (o di Bra); Andrea Leone, Il giuramento di fedeltà degli uomini di Sommariva del Bosco al Duca Amedeo di Savoia; Attilio Bonino, Il castello di Guarene; Carlo Fedele Savio, La Reina Gioana.
Sul bollettino compare anche l’elenco dei 143 soci che comprende molti nomi dell’aristocrazia, del clero, del mondo forense, esponenti di primo piano del fascismo, alcuni intellettuali e imprenditori.
Nell’introduzione Burgo getta le linee direttive dell’attività della nuova società. Un gruppo di studiosi affiatati « affinché il lavoro da compiersi in Provincia possa riuscire meglio coordinato, sia mediante pubblicazioni storico- artistiche, sia con cicli di conferenze tendenti a diffondere e popolarizzare la conoscenza e lo studio del nostro passato e delle bellezze artistiche del nostro territorio.
La società dovrà inoltre anche esaminare le condizioni delle nostre Biblioteche e studiare i mezzi per renderle meglio rispondenti alle necessità dell’attuale nuovo e più intenso ritmo di vita sociale. Non esistono in Provincia Musei e Raccolte di particolare importanza; dovremo però interessarci attentamente a quelle esistenti, catalogandole, studiandone la possibile coordinazione e completamento, incitando il popolo a visitarle con maggior frequenza ed interesse. Dovrà pure essere nostro compito promuovere e compiere lo studio delle glorie e tradizioni paesane e delle nostre manifestazioni folkloristiche che, se meno appariscenti di quelle di altre regioni, presentano tuttavia una varietà notevole e hanno tutto il profumo di poesia delle cose antiche, tradizionali e care ».
Tradizioni popolari, castelli e chiese, archeologia, storia locale, soprattutto in relazione agli statuti comunali ed altri inediti documenti d’archivio, sono i temi che occupano le pagine del bollettino. Tra i principali collaboratori, oltre ai citati Bonino, Sacco, Fresia, Milano, Riberi, compaiono Carlo Fedele Savio, Andrea Leone, Edoardo Strumia, Luigi Berra, padre Alessandro Monti, Emilia Cordero di Montezemolo, Carlo Lovera di Castiglione, Pietro Massia.
L’attività sociale non si ferma alla pura erudizione. Non mancano i richiami alla tutela dei monumenti ad opera di Vittorio Bersezio, mentre Euclide Milano lancia i primi allarmi per la scomparsa progressiva di « materiale etnografico » e Italo Mario Sacco denuncia la situazione precaria di molti archivi comunali, segnali di una attenzione profonda al territorio ed alle sue risorse. Dai resoconti emerge sin dal primo anno di vita un impegno dilatato in più direzioni: dalla auspicata creazione del Parco Nazionale delle Meraviglie del Monte Bego, alla compilazione della Carta archeologica della Provincia, per giungere al catalogo delle pubblicazioni antiche e moderne, degli archivi, delle raccolte d’arte pubbliche e private. Altro aspetto che ne caratterizza l’attività sono le visite guidate, due già nel primo anno, rispettivamente a Staffarda, Saluzzo, Manta e Bene Vagienna, Cherasco, zona archeologica della Roncaglia.
La società mette in cantiere una collana, la Collezione Luigi Burgo, edita da Lattes a Torino, che stampa nel 1929 il volume di Eugenio Olivero L’antica chiesa di San Costanzo sul Monte; nel 1930 il libro di Attilio Bonino su Giovanni Antonio Molineri, pittore di Savigliano e le Memorie sparse di vita cuneese di Camillo Fresia; nel 1931 il volume a più mani Antonio Bartolomeo Bruni, musicista cuneese e La Chiesa di San Giovanni in Saluzzo di Giovanni Vacchetta.
La nascita della Società coincide con una fase di stabilizzazione del regime fascista, ma anche con un momento in cui si vivacizza la vita intellettuale e culturale. Cuneo ha un mensile di cultura, « Subalpina », nato nel 1928 a cui collaborano gran parte degli stessi fondatori della Società, si appresta ad inaugurare il Museo Civico, dal 1930 dispone di un quotidiano, « Sentinella d’Italia », in nuova veste editoriale.
Anche se la Società è, ovviamente, rispettosa del regime (Attilio Bonino è in quell’anno Vice Segretario federale del fascio e ben presto nel direttivo viene cooptato l’on. Viale) fin dall’inizio ospita al suo interno e nelle sue pubblicazioni personaggi estranei al fascismo, senza particolari discriminazioni.
Svolge le sue sedute nelle principali città a rotazione, a caratterizzare la sua dimensione provinciale: occasioni per presentare nuovi studi e ricerche destinati alla pubblicazione. La seconda seduta, dopo quella inaugurale cuneese, è a Saluzzo nel dicembre 1929; seguono Mondovì, dove il 2 marzo 1930 vengono elette per la prima volta le cariche sociali con una sostanziale riconferma dell’organigramma precedente, e poi Alba, Bra, Cherasco, Fossano, Savigliano.
La Società prende a cuore, sin dalle origini, la nascita del Museo di Storia e d’Arte di Cuneo nel Palazzo Audifreddi e il trasferimento della Biblioteca Civica, in una sala della quale trova ospitalità la sua stessa sede. L’attività procede con regolarità sino alla prima grande svolta del 1935, a seguito della legge che accorpa e centralizza le istituzioni culturali esistenti.
La Società viene aggregata alla Regia Deputazione Subalpina di Storia Patria, della quale diventa la sezione Cuneese, presieduta da Attilio Bonino. Stessa sorte per il bollettino. Il trapasso, presentato come una « promozione » non sembra trovare particolari ostacoli a Cuneo, ma è evidente che la successiva attività viene, almeno in parte, condizionata dalla nuova situazione. Infatti la pubblicazione del bollettino stesso diventa meno regolare e non escono più volumi della collana. Nonostante tutto la vita sociale prosegue, comunque, sino al 1945.
Nel dopoguerra il rilancio della Società è opera di alcuni esponenti della precedente generazione, in primo luogo l’avv. Italo Mario Sacco, nuovo Presidente, affiancato da alcune giovani leve. Da allora, sotto la presidenza di Vittorio Bersezio, alla scomparsa di Sacco nel 1959, e di Giovanni Giraudo, Giuseppe Fulcheri, Piero Camilla, Rinaldo Comba, ha proseguito regolarmente l’attività, punto di riferimento imprescindibile per gli studi in Provincia di Cuneo e per la conoscenza e salvaguardia delle sue tradizioni e del suo patrimonio artistico e culturale.
E. F.