Piero Camilla, direttore della Biblioteca Civica di Cuneo dal 1945 al 1979, Capo Ripartizione di Biblioteca, Museo, Archivio Storico e Pubblica Istruzione del Comune di Cuneo dal 1970 al 1979, è mancato a Cuneo l’8 marzo 2012 all’età di 90 anni dopo un breve ricovero ospedaliero. è stato membro del Consiglio Di- rettivo della Società per gli Studi Storici Archeologici e Artistici della provincia di Cuneo dal gennaio 1949, bibliotecario e tesoriere per un decennio e, in segui- to, Segretario e Presidente dal 1990 al 1992; colonna portante della vita culturale della stessa per circa un sessantennio, è stato anche Direttore Responsabile del Bollettino sociale fino al 2010. Tra i fondatori dell’Istituto Storico della Resisten- za, ne è stato Direttore fra il 1964 e il 1968; successivamente, ha rappresentato la Società nel Comitato Tecnico Consultivo dell’Istituto dal 1991 alla morte.
Camilla era nato a Cuneo il 18 gennaio 1922 da famiglia non abbiente; frequenta l’Istituto Magistrale cittadino Edmondo De Amicis, dove, nell’anno scolastico 1937-38 ha come apprezzatissimo professore di Filosofia l’antifascista Ennio Carando, e, nel 1939, si iscrive alla Facoltà di Magistero di Torino. Intanto vive di supplenze presso la Scuola elementare di Cuneo, Primo circolo. Alpino, è chiamato alle armi il 15 febbraio 1943 e destinato al LXII Battaglione d’istruzio- ne; frequenta a Merano il V° corso preparatorio di addestramento e, il 15 aprile, raggiunge il grado di Caporale; è poi trasferito a Tarquinia con il suo battaglione, dove, con la qualifica di allievo ufficiale, ancora si trova l’8 settembre, al momen- to dello sbandamento. Successivamente riesce a raggiungere Cuneo per rifugiarsi quasi subito in montagna a Roccabruna, dove ritornerà nella zona presidiata dai Garibaldini della 104a Brigata C. Fissore, e rimarrà come insegnante, sino alla liberazione del territorio.
A Roccabruna tra una lezione e l’altra, Piero Camilla, sposato da non molto con Maria Delfino, anche lei insegnante a Roccabruna Centro, decide di ultimare i suoi studi universitari; talora interrotti e resi difficoltosi dagli eventi bellici, si prolungano sin quasi alla fine della guerra e si concludono con lo studio di una commedia giovanile di Gotthold Ephraim Lessing (Miss Sarah Sampson, 1775) e con il conseguimento della laurea in Lingue e Letterature Moderne, il primo marzo 1945. Tre mesi esatti dopo, Ettore Rosa, primo sinda- co di Cuneo dopo la Liberazione, gli offre un lavoro come Direttore avventizio presso la Biblioteca Civica, di cui egli diventerà Direttore di ruolo a pieno titolo soltanto il primo settembre 1950, incarico da lui ricoperto per quasi un trenten- nio, fino al 31 marzo 1979.
Camilla, come lui stesso scriverà più tardi, trova una biblioteca (circa 39.500 volumi a fine ’46), «che, come tutte le istituzioni, doveva superare la crisi della guerra che aveva negativamente inciso sulle sue attività e sul suo patrimonio li- brario (soprattutto in mancate accessioni), ma che, in sostanza, ereditando una misera situazione d’anteguerra, doveva ancora essere costruita come biblioteca pubblica moderna». Soprattutto, nonostante la sua indubbia buona volontà e il suo «candore nell’accettare l’incarico», si rende conto che la sua preparazione culturale è «piuttosto carente», in particolare in biblioteconomia, archivistica e in storia locale e si attrezza culturalmente.
Nel 1946 si iscrive al corso di Paleografia, diplomatica e dottrina archivistica dell’Archivio di Stato di Torino, e impara la paleografia proprio sul codice cartaceo originale della più antica cronaca di Cuneo (sec. XV) conservato nella biblioteca che gli è affidata, segnalatogli da mons. Riberi. Il 23 agosto 1948 si diploma «con votazione piuttosto lusinghiera» (143 e una lode su 150). Nella stessa data si diplo- ma il suo amico carissimo Giuseppe Nenci, laureato in Lettere e Filosofia e cuneese anche lui. Non è forse un caso se nello stesso periodo, come egli scrive, il Comune di Cuneo, «anticipando di molti anni la legge sugli Archivi del 1963», affidi e uni- sca alla Biblioteca Civica il suo Archivio Storico. Intanto già Camilla è stato attratto dai volumi a stampa più antichi conservati alla Civica: una serie di incunaboli su cui scrive un articolo, con succinta premessa sulla storia della biblioteca, licenziato il 30 gennaio 1947 ed edito nello stesso anno a Reggio Emilia presso la tipografia Artigianelli. Come ben si vede, è innanzi tutto l’attenzione per il patrimonio libra- rio della Civica a stimolare, tramite i libri e i codici che vi sono conservati, il suo interesse per la storia e la cultura locale. Da maestro ne comprende l’importanza decisiva per avvicinare il pubblico all’attualità, alla storia e alla cultura tout court e, nel 1951, aiutato dall’intelligente Luciano Ballotto, avvia la schedatura di tutti i libri, le riviste e gli articoli di giornale relativi a Cuneo e provincia.
Nel suo nuovo ruolo Piero Camilla crea anche una vera e propria sala di consultazione, dotata di una serie invidiabile di classici latini, greci e italiani, per l’allestimento della quale si avvale, fra l’altro, dei preziosi consigli dell’amico fra- terno Giuseppe Nenci (Cuneo 1924 – Pisa 1999), filologo classico, archeologo e grecista, che diverrà Professore Ordinario di Storia Greca presso la Scuola Nor- male Superiore di Pisa. Contemporaneamente si dedica alla catalogazione, pri- ma per autori e poi per soggetti, dell’intero patrimonio librario della biblioteca. Grazie a lui la Civica di Cuneo diventa negli anni Cinquanta uno straordinario polo di attrazione e di conservazione delle testimonianze bibliografiche, archivi- stiche e museali della città e dei suoi uomini più illustri: nel 1954 riceve l’archivio personale del matematico Giuseppe Peano. Il Sistema Bibliotecario delle Valli Cuneesi, della cui realizzazione i documenti incominciano a parlare nel 1953, non nascerà di fatto che tre lustri dopo, con l’allestimento della biblioteca Centro Rete, cui collaborerà con intelligenza la signora Angelberga Ferreri, già compa- gna di scuola del Nostro all’ultimo anno dell’Istituto Magistrale.
Nel 1956, ricorda in un articolo, «con un grosso sforzo finanziario il Co- mune di Cuneo, sindaco Mario Del Pozzo» ridà vita al Museo Civico «nei locali che già erano suoi, al piano terreno del palazzo Audifreddi, ove ha sede la Bi- blioteca». Il museo trova così la sua sistemazione ideale nello stesso edificio di quest’ultima e dell’annesso Archivio Storico Comunale. Fondato nel 1930 da Euclide Milano, esso si presenta ora, grazie alle attenzioni scientifiche del di- rettore della biblioteca e al nuovo, semplice, allestimento di Adriano Scoffone, completamente rinnovato e adeguato ai moduli della sensibilità morale, civile e culturale di una generazione che ha fatto la guerra e la Resistenza e non si ricono- sce più nell’ideologia patriottardamente bellicosa che aveva ispirato certe sezioni del museo precedente.
Camilla, come si è accennato, contrariamente a quanto farebbe supporre la sua odierna fama di studioso, non è affatto nato storico e il suo avvicinamento alla storia è stato graduale; esso, avvenuto inizialmente attraverso lo studio del patrimo- nio librario e codicologico più antico della Biblioteca Civica di Cuneo, è poi via via maturato attraverso la partecipazione ai corsi di Archeologia presso l’Istituto In- ternazionale di Studi Liguri e la frequentazione di studiosi di grande spessore cul- turale, giovani e meno giovani, da Ferrante Rittatore Vonwiller, a Giuseppe Nenci, a Nino Carboneri, ai più maturi Nino Lamboglia e Giandomenico Serra, che negli anni Cinquanta collaborano per qualche tempo al Bollettino della Società per gli Studi Storici Archeologici e Artistici della provincia di Cuneo.
Si apre qui il grande capitolo dei rapporti di Camilla con la Società per gli Studi Storici, la cui ricostituzione avviene nel gennaio 1949 grazie all’intrapren- denza culturale di Italo Mario Sacco. A quel tempo già la Biblioteca, rifiorita dopo la guerra, si è qualificata come importante strumento di storia locale per l’intera provincia, tanto che l’assessore alla Pubblica istruzione della città di Cuneo Piero Maranzano la propone come sede ufficiale della Società. Di conseguenza, quale suo direttore, Piero Camilla entra a far parte del Consiglio direttivo con la carica di bibliotecario e tesoriere; Pietro Maranzano vi rappresenta il Comune e l’ing. Giuseppe Fulcheri la Provincia. Fanno parte del Consiglio anche mons. Riberi, che nel 1929 è stato tra i fondatori della Società, Enrico Bertello e Gino Giorda- nengo. Presidente e vicepresidente sono due studiosi di chiara fama, Italo Mario Sacco, già segretario e tesoriere al momento della fondazione, e Nino Carboneri, prestigioso professore di Storia dell’Arte all’Università di Cattolica di Milano, Angela Battaglione, nota per certi suoi lavori sulla certosa di Pesio. «Da allora – scrive Camilla nel 1979 dopo essere andato in pensione -, la vita della Società e della Biblioteca Civica sono state strettamente legate e tutte le realizzazioni, tutti gli acquisti fatti nel campo della storia locale (nel senso, anche geograficamente più ampio possibile) hanno trovato il loro supporto in questa collaborazione, in questo scambio culturale reciproco».
Il ruolo acquisito in Società non distoglie affatto Camilla dai suoi interessi codicologici, archivistici e librari. Nei primi tre lustri di vita della rinata Società ripubblica nel Bollettino, senza la premessa storica sulla biblioteca, il saggio sugli incunaboli già stampato a Reggio Emilia nei 1947, e l’inedito Per un testo critico della più antica cronaca di Cuneo: quasi un progetto di studio, che porterà a ter- mine soltanto nel 1981 ultimandone e pubblicandone l’edizione critica. Forte poi delle sue nuove conoscenze in archeologia e in epigrafia romana, egli le traduce in nuovi articoli, auspice probabilmente Nino Lamboglia che con lui firma un piccolo saggio a quattro mani sugli scavi di Pedona: su San Martino di Busca, su Forum Germa(norum), su una lapide dedicata a Caracalla ritrovata a San Lorenzo di Caraglio. Ma intanto tre lavori, il primo dei quali a sfondo bibliografico, rive- lano tra il 1956 e il 1963 nuovi temi di studio, risorgimentali, a testimoniare una curiosità in perenne espansione, che a partire dal 1964 – quando, con Nuto Re- velli, Faustino Dalmazzo, Detto Delmastro, fonda e dirige per qualche anno l’I- stituto Storico della Resistenza di Cuneo, organizzandone personalmente anche l’archivio – sempre più si nutre di Storia contemporanea, o meglio di antifascismo e guerra partigiana.
Alla metà degli anni Sessanta i suoi interessi scientifici appaiono ormai nettamente delineati: storia romana e medievale, del Risorgimento e della Re- sistenza; essi trovano conferma nei grandi filoni tematici attorno ai quali risulta organizzata tra XX e XXI secolo la sua biblioteca personale, oggi conservata dalla Società per gli Studi Storici assieme ad altre, o a parti di esse, già apparte- nute a soci eminenti. Attenzione, però: non si tratta di temi giustapposti, coltivati da un erudito animato da generici interessi localistici. Nella mente di Camilla, ricostruiti anche minutamente in contributi puntuali e rigorosi, essi costituisco- no altrettanti tasselli specifici, ma necessari, di un mosaico assai più grande che ambisce ad essere chiave interpretativa dell’intera storia civile, animata da forze contrapposte in cui agisce, talora potente, lo spirito della libertà.
Lo dimostrano con grande chiarezza i suoi studi successivi, a partire dai puntuali approfondimenti sulla storia medievale di Cuneo e di Mondovì apparsi tra il 1965 e il 1969, che sfociano nella redazione in tre volumi della Storia di Cuneo (I, Cuneo 1198 – 1382; II, Documenti; III, Corpus Statutorum), edita nel 1970: la sua opera sicuramente più importante, scritta, come i due volumi della Storia dell’Ospedale Civile di Santa Croce (1972), per celebrare degnamente il quarantesimo anniversario della costituzione della Società (1929-1949). Non è un caso che il primo dei tre tomi della Storia cittadina, giustamente dedicata, in particolare, a Lorenzo Bertano (1827-1904), bibliotecario alla Civica fra Otto e Novecento e autore della prima, rigorosa, opera su Cuneo medievale, si apra con un colophon contenente una citazione dalla Cronica loci Cunei («Omnia pericula experti sumus pro tam nobili commercio quale est libertas») assai aderente al contenuto del libro, in cui il tema portante è la conquista della libertà, evocata sin dalla prima frase dell’opera: «Cuneo nasce nel segno della libertà».
La storia medievale di Cuneo (anzi, tutta la sua storia) è, nella sua interpre- tazione, una storia di libertà. E, scrive Camilla, pensando forse più al mondo con- tadino che a quello dei milites, o ai comuni, «la libertà del finire del secolo XII: piuttosto una indipendenza, una autonomia dal mondo feudale ormai in declino, ma il termine, di significato indubbio, è frequentemente usato nelle cronache e nei documenti dei tempo». Non per nulla, presentando il 19 dicembre 1970 nel Salone d’onore del Municipio cittadino i tre volumi sulla Cuneo medievale editi dalla Società, Giovanni Tabacco, da poco cattedratico di Storia medievale all’U- niversità di Torino, insiste sul tema della libertas, della libertà comunale, che, in- trecciandosi con quello della rusticitas, costituisce il motivo ispiratore dell’opera e le conferisce, in quanto aspetto specifico di una vicenda generale, un respiro eu- ropeo. In verità oltre a questa Storia di Cuneo, il tema non anima soltanto, com’è facile immaginare, le pagine dedicate alla rievocazione di figure dell’antifascismo come quella di Ennio Carando o alla ricostruzione di fatti della Resistenza, pub- blicate sul nostro Bollettino o sul Notiziario dell’Istituto Storico della Resistenza. Esso invece costituisce il filo rosso sia di una lunga riflessione sulla vicenda stori- ca di Chiusa Pesio, avviata con una breve comunicazione tenuta nella ricorrenza dell’ottavo centenario della Certosa nel 1973 e ultimata nel 1985 con un robusto e documentatissimo volume, sia, infine, nel 1997, nel lungo saggio introduttivo al volume Da Vicovetere a Vicoforte.